Oltre i grandi marchi: 5 Champagne da provare

Champagne: un mondo affascinante in mano a poche aziende. Storie di grandi gruppi dall’alto potere commerciale da una parte e singoli récoltant, piccole maison o volenterose cooperative dall’altra, in una sorta di Davide contro Golia in versione enoica.
Le grandi e conosciutissime case dello Champagne hanno risorse “illimitate”, chef de cave abilissimi e una “potenza di fuoco” commerciale devastante. Gli Campagne? Li sanno fare, e anche bene! Però voglio proporvi 5 Champagne che magari non sono sulla bocca di tutti ma dovrebbero essere nei vostri bicchieri!

Le superpotenze

Sono essenzialmente 5 i grandi gruppi che hanno in mano le sorti di uno dei vini più quotati al mondo:

  • Il gruppo LVMH (Moët Hennessy Louis Vuitton S.A.), che viene “graziosamente” chiamato dai suoi conterranei “machine de guerre”, possiede alcuni tra i più quotati marchi della Champagne: Dom Pérignon, Krug, Mercier, Moët & Chandon, Ruinart e Veuve Cliquot;
  • Il Gruppo Pernod Ricard possiede “solo”: Mumm e Perrier-Jouët;
  • Lanson-BCC è proprietaria di: Alexandre Bonnet, Besserat, Boizel, Chanoine Frères, de Bellefon, de Venoge, Lanson e Philiponnat;
  • Laurent-Perrier è proprietaria di: de Castellane, Delamotte, Laurent-Perrier e Salon;
  • Vranken-Pommery Monopole possiede: Charles Lafitte, Monopole Heidsieck & Co, Pommery e Vranken.

5 Champagne da provare

Ne ho scelti 5 per creare un po’ di contrapposizione con le altrettante “superpotenze” sopraccitate. Sono Champagne che ho assaggiato ultimamente e che mi hanno lasciato sia un buon ricordo, sia una voglia incredibile di berli di nuovo:

Encry

Vino francese, cuore italiano. I due padovani Enrico Baldin e Nadia Nicoli hanno creato “un’enclave” italiana a Mesnil-sur-Oger (comune classificato Grand Cru per i Blanc de Blancs). Zero legno, malolattica svolta e poco dosaggio: a grandi linee è questo il modus operandi di Encry. Una delle mie maison preferite un po’ per la qualità del loro vino e un po’ per “affezione”.  I due proprietari hanno incontrato parecchi ostacoli, pare infatti che nella Champagne gli acquirenti stranieri siano mal visti. Loro ce l’hanno fatta e si sono accaparrati 2,5 ettari confinanti con nomi come Krug e Salon.

Tutta la gamma è notevole. Mi ha rapito la “semplicità” del Blanc de Blancs Grand Cuvée. Elegante e dalla lunga persistenza. Anche lo Zéro Dosage di casa Encry è una garanzia.

Dom Caudron

Siamo nella Vallée de la Marne e per l’esattezza a Passy-Grigny, piccolo paesino dove ha sede la cooperativa Dom Caudron. La particolarità di questa maison è di produrre Champagne utilizzando il Pinot Meunier (che ora nella Champagne chiamano solo “Meunier”) in purezza. Il risultato è un prodotto dal naso decisamente fruttato che non rinuncia a una certa lunghezza in bocca.

Tra gli Champagne provati ho trovato molto interessante il Prédiction: 100% Meunier, 9 g/l di dosaggio e una piacevolezza nella beva notevole. Si tratta del loro prodotto di base che fa della freschezza il suo biglietto da visita.

Champagne de Castelnau

Cooperativa di produttori situata a Reims che dispone di circa 5 ettari di vigneto. Anche se il nome è meno noto ai più, de Castelnau fornisce vino base ad alcune delle maggiori maison della Champagne. La mano felice di una chef de cave firma degli Champagne pulitissimi e molto godibili.

Il Brut Millésime 2004 ha decisamente una marcia in più rispetto al resto della produzione che ho assaggiato. Quasi grasso in bocca, si apre ai canditi di agrumi per poi finire lungo con note di torrefazione e vaniglia.

Henriot

La famiglia Henriot gestisce direttamente 35 ettari suddivisi tra le zone della Vallée de la Marne (Mareuil e Aÿ), la Montagne de Reims (Avenay) e la Côte des Blancs (Epernay) con il vantaggio di avere un’ampia scelta per la composizione delle cuvée.

Il Brut Souverain rappresenta la base dell’offerta di Henriot. Uno Champagne esemplare con delicate note floreali e agrumate. Degno di nota anche il Brut Millésime 2006.

Palmer & Co.

Palmer è una cooperativa di 320 soci con sede a Reims che gestisce circa 400 ettari di vigneto suddivisi tra la Montagne de Reims e la Côte des Blancs. L’azienda si è ingrandita notevolmente negli anni fino ad arrivare all’attuale produzione di 2 milioni di bottiglie di Champagne all’anno (delle quali 450.000 a marchio Palmer).

Il Brut Réserve apre con delle note agrumate e di albicocca. Pieno, elegante e pulito. Buona lunghezza e tanta freschezza.

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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