Assaggiatori e sommelier, fatevi da parte: arriva la lingua elettronica
Quante volte ci è capitato di barcamenarci tra guide, concorsi, consigli di amici, esperti, assaggiatori, sommelier, produttori…
Cerchiamo di scegliere il vino migliore, quello che non delude, quello giusto: il più buono.
Si ma il vino più buono per chi? Chi è preposto a dirci cosa è meglio?
Chi non ha interessi può sempre avere pregiudizi, preconcetti o semplicemente gusti diversi.
A cercare una via d’uscita in questo mare di soggettività ci ha pensato il Dottor Xavier Ceto Alseda dell’University of South Australia che ha parlato del suo progetto a Decanter.com.
Grazie a una combinazione di elettrodi al carbonio, Oro e Platino, il team guidato dal Dott. Alseda ha creato la prima “lingua elettronica” sviluppata per il settore vinicolo.
Le promesse di questo macchinario sono piuttosto ambiziose: ipotizzare il miglior periodo di affinamento di un vino e prevederne il punteggio sulle guide.
Per non inimicarsi tutto il mondo del vino è stato specificato che la lingua elettronica non è studiata per sostituire l’uomo ma per affiancarlo soprattutto a livello industriale.
Per quanto la tecnologia continui a fare passi da gigante sembra che non sia ancora possibile capire come mai quando si parla con il produttore ci si “affeziona” di più a un vino, oppure quando si ascolta un esperto si riesca a comprendere meglio quello che abbiamo nel bicchiere o, ancora, come mai una bottiglia aperta in buona compagnia risulti sensibilmente migliore della stessa bevuta in solitudine.