Terra-Spazio andata e ritorno. Le 12 bottiglie di Pétrus tornano sulla Terra e una si potrà anche comprare…
Era il 2 novembre del 2019, il COVID non si era ancora palesato, e la NASA si apprestava a lanciare nello spazio alcune bottiglie di Bordeaux per poterle poi studiare al ritorno.
Ne avevamo parlato nell’articolo “Affinare il vino nello spazio: fatto!“.
Dopo 14 mesi trascorsi nello spazio sappiamo che le 12 bottiglie che hanno fatto questa “gita fuoriporta” sulla stazione spaziale internazionale erano di pregiatissimo Pétrus Pomerol annata 2000 quotate sul mercato da poco sotto i 4.000€/cad. ai 6000€ circa, mica vinello della casa!
La buona notizia è che gli astronauti hanno saputo resistere all’assaggio e quindi le bottiglie sono tornate sulla terraferma. La cattiva notizia, vi chiederete ora? Ecco, solo 12 fortunati assaggiatori sono stati chiamati ad assaggiare il vino “spaziale” a confronto con altre bottiglie che hanno fatto solo affinamento terrestre.
A queste degustazioni seguiranno delle analisi di laboratorio più approfondite che saranno capaci di sviscerare i segreti e le differenze di un affinamento a gravità zero.
Non disperate però! La famosa casa d’aste Christie’s è pronta a vendere una delle 12 bottiglie e si pensa che la cifra potrebbe aggirarsi sul milione di dollari.
Per la cifra cosa bisogna aspettarsi? Difficile dirlo dato che ognuno degli assaggiatori del panel ha colto differenti aspetti del Pétrus affinato per un anno in assenza di gravità, dai toni aranciati alle note di cuoio stagionato. Jane Anson, esperta di vino di Decanter ha trovato il vino affinato in modo tradizionale più chiuso, giovane e tannico rispetto a quello proveniente dalla stazione spaziale con tannini più morbidi e note floreali già ben sviluppate.
Uno dei fortunati assaggiatori ha infine dichiarato: “invecchiato sulla Terra o nello Spazio, è comunque un gran vino” insomma, roba che ci fa pensare che allora ne è valsa davvero la spesa!