Académie du Champagne 2024 si è fatta in 3, anzi in 6

Académie du Champagne 2024

Lunedì 4 novembre, ho avuto l’opportunità di partecipare a un evento straordinario organizzato dal Bureau du Champagne Italia, dedicato all’alta formazione sulla denominazione più iconica al mondo: lo Champagne. Un’esperienza unica che ha unito passione e conoscenza, e che ha permesso ai partecipanti di scoprire i segreti dietro ogni bottiglia di Champagne attraverso 14 cuvée selezionate.

L’evento si è svolto presso l’elegante Hotel Principe di Savoia di Milano, in due sessioni identiche: una mattutina e una pomeridiana, permettendo ai partecipanti di scegliere il percorso più adatto al loro livello di esperienza. I percorsi erano tre:

Percorso 1 – “Scoperta” (Base): Per chi si avvicina per la prima volta allo Champagne. Il focus è stato sull’assemblaggio, i vitigni e la gamma dei vini di Champagne.

Percorso 2 – “Aromi” (Intermedio): Un viaggio olfattivo, dove sono stati esplorati gli stadi di sviluppo degli aromi dello Champagne, dalla presa di spuma all’evoluzione con l’affinamento sui lieviti.

Percorso 3 – “Alla Cieca” (Avanzato): Riservato agli esperti: un’avventura sensoriale in cui i partecipanti hanno degustato Champagne alla cieca, mettendo alla prova le proprie certezze e scoprendo la diversità del vino.

Ogni sessione ha visto la partecipazione di Ambasciatori dello Champagne, esperti selezionati per guidarci in questa profonda esplorazione del mondo dello Champagne. Un’occasione imperdibile per approfondire la conoscenza di uno dei più grandi vini del mondo, in un ambiente stimolante e accogliente.

 

Percorso 3 – “Alla Cieca”

Il percorso alla cieca guidato dall’Ambasciatore dello Champagne 2018 Pietro Palma che ho seguito, è stato una vera montagna russa di sensazioni. Tutta la confortante sicurezza di trovarsi davanti a un’etichetta conosciuta è svanita con una degustazione alla cieca divisa in tre batterie tematiche.

 

Prima batteria: i dosaggi

Una vera palla da demolizione schiantata verso i preconcetti degli appassionati di metodo classico, sempre più votati a un’idea di demonizzazione del dosaggio.
Pietro Palma si è divertito a minare le certezze dei partecipanti alle prese con Champagne a volte poco decifrabili nel loro dosaggio fino ad arrivare a vini divisivi dove, per qualcuno il dosaggio sembrava abbondante mentre per altri, addirittura, assente. 
Un invito ad andare oltre l’etichetta, oltre l’indicazione del produttore e, soprattutto, oltre ai pregiudizi. Una degustazione con un focus sull’equilibrio che ha lasciato la profonda voglia di oscurare le bottiglie da offrire a quell’amico che in modo tranchant afferma: “Io bevo solo pas dosé”.

1) Champagne Perrier-Jouët Grand Brut
2) Champagne Pommery Apanage Brut
3) Champagne Brice Extra Brut GC Bouzy Blanc De Noirs
4) Champagne Palmer La Réserve Nature
5) Champagne Mailly Grand Cru Brut Reserve

 

Seconda batteria: le scelte di vinificazione

Un invito alla lettura del bicchiere. Malolattica sì o no? Sono stati usati vini di riserva, e se si, in quale proporzione? Affinamento in legno o in acciaio? L’affinamento in cantina è stato lungo o breve? E, soprattutto, cosa che sembra banale ma non lo è affatto: nel bicchiere ho un pinot nero, un meunier, uno chardonnay o un blend? Proprio davanti a un 50% chardonnay e 50% pinot nero che sembrava un 100% chardonnay sono iniziati i primi sguardi di dubbio. Dubbio che per me è proseguito all’assaggio di un meunier in purezza che, grazie a una buona percentuale di vini di riserva, presentava degli aspetti che non avrei attribuito a quell’uvaggio.
Piacevole sorpresa nell’aver assaggiato il vino di una Maison che non mi ha mai entusiasmato per poi averlo trovato il migliore della batteria (non dirò nemmeno sotto tortura di quale vino si tratta).

1) Champagne Rédempteur Couvée Nouvel R 2013
2) Champagne Collard Picard Racines Pinot Meunier Extra Brut
3) Champagne Laurent-Perrier Héritage
4) Champagne Lanson Black Reserve
5) Champagne Louis Roederer Collection 244

 

Terza batteria: i rosé

I rosé sono forse la tipologia di Champagne più difficile da realizzare, dove il gusto deve riuscire a coniugarsi con il lato estetico. Due metodologie di produzione differenti (macerazione e assemblaggio con vino rosso) che in alcuni casi si riescono a riconoscere già dal colore nel bicchiere.

1) Champagne  Cœur de Craie Rosé
2) Champagne Henriot Rosé
3) Champagne Ruinart Rosé
4) Champagne Barnaut Rosé

 

Académie du Champagne è sempre un punto di riferimento per la formazione. In un mondo dove sembra che sullo Champagne si sia già detto tutto e ci siamo creati dei punti fermi, basta una cieca ben strutturata per rimescolare le carte.

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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